IL NOSTRO COMPAGNO SPECIALE
L’anno scorso quando abbiamo iniziato la scuola media abbiamo avuto la fortuna di conoscere un ragazzo di nome Omar. A prima vista potrebbe sembrare un alunno come tutti gli altri, ma osservandolo un po’ si può intuire che è speciale. Lui è come un pezzo colorato di un puzzle tutto grigio, lui è come un palloncino a righe in mezzo ad un gruppo di palloncini di un solo colore, oppure è come un pennarello di forma quadrata tra pennarelli rotondi. Omar è un ragazzo con autismo.
Lui ha un modo tutto suo di esprimersi, ma quando salta e grida si capisce che è felice; occasionalmente si arrabbia, allora bisogna aiutarlo a calmarsi perché può portare danni a sé o agli altri, ma le volte in cui lo fa stanno diminuendo, perché anche lui sta crescendo e sta imparando a comportarsi meglio.
Omar ha un anno più di noi, ha i capelli marroni e gli occhi scuri e vivaci, è di corporatura e di altezza media. Indossa quasi sempre il suo maglione preferito e i pantaloni larghi con delle scarpe che sembrano molto grandi rispetto alle dimensioni del suo piede, forse perchè così riesce a metterle e toglierle senza doverle slacciare. Comunica a gesti e non a parole, risponde ai saluti con un flebile "Cia" e a volte ti manda un bacio. Uno dei suoi aspetti più belli è che cerca di consolare sempre chi vede triste attraverso delle carezze. Anche se non capisce subito quello che gli viene detto, e ha bisogno che gli sia spiegato più lentamente usando i gesti, cerca sempre di farsi integrare nel gruppo e si percepisce un desiderio e un impegno da parte sua nel voler essere come noi. Per esempio l'anno scorso, nonostante tutte le difficoltà date dal lockdown, lui ha voluto partecipare brevemente a qualche videolezione per salutarci e farci sentire la sua presenza.
Lui è un ragazzo molto attivo, ama correre, saltare, ama l’arrampicata e giocare a palla, fare le sue attività a lezione e guardare i cartoni a casa; a Omar piace inoltre fare dei movimenti con le dita come se stesse pizzicando le corde di uno strumento immaginario.
Ad Omar danno fastidio i rumori forti perchè le persone autistiche sentono i suoni molto più forti di noi. Ciò nonostante Omar è più educato di tanti ragazzi nostri coetanei: infatti durante una festa di compleanno ricordiamo la maggior parte dei coetanei lanciare cibo e urlare mentre Omar era tranquillo, cosa che ci ha colpito molto. E, sinceramente, sembrava la persona più a modo in quella festa.
Spesso, passando davanti ai nostri banchi ci chiude o apre le penne e le mette tutte in fila perchè gli piace l’ordine ed è molto preciso, è un po’ perfezionista. Se vede un libro storto lo raddrizza e quando vede una porta socchiusa va lì per chiuderla o tenerla completamente aperta; inoltre quando vede che nella classe è accesa solamente una luce lui o la spegne oppure accende anche tutte le altre. Lui è molto preciso e attento alle cose.
La sua più grande passione però sono penne e pennarelli: infatti ne tiene sempre con sé una scatola colma; ama colorare con i pennarelli la carta lucida delle riviste per sentirne il rumore e poi, alla fine di questa prima fase, ama annusare l’odore dell'inchiostro strofinandosi il foglio appena colorato in faccia. Di conseguenza il viso gli diventa colorato.
Anche se Omar ha delle difficoltà riusciamo comunque ad interagire con lui e a svolgere delle attività organizzate dagli insegnanti. Già dallo scorso anno una cosa che facevamo era imparare i suoi gesti per comunicare con lui, in modo da arricchire il suo “libro dei segnali” che noi immaginiamo come un dizionario mentale che ognuno ha nella sua testa.
Per Omar ogni cambiamento è difficile da capire, e per questo ha sempre lo stesso posto in classe. Inoltre lui segue sempre la stessa routine, ad esempio ogni giorno attacca dei bollini ad un calendario che tiene vicino al suo banco.
Già l’anno scorso i professori ci dicevano di prepararci per quando arrivava in classe: alla mattina uno di noi gli preparava sul banco una spilletta da mettere sul calendario, per indicare il giorno della settimana, così lui riusciva sempre a capire che giorno era. Dietro al banco di Omar c’è anche un cartellone appoggiato al muro, dove ci sono delle foto con le attività che deve svolgere; quando arrivano i professori Omar si alza per vedere il cartellone, poi i professori staccano l’immagine e così lui si prende il materiale per l’attività da fare.
In questo periodo di Covid è abituato a togliere la mascherina appena arriva al suo banco, mentre quando si alza e si sposta la mette; molte volte quando vede un compagno si alza e gli dà una carezza, oppure lo saluta dicendo “cia”.
L’anno scorso, prima della chiusura delle scuole, siamo andati in gita a piedi a Palazzo Chiericati e c’era anche lui. Abbiamo notato che ascoltava molto attentamente la guida e sembrava interessato anche alla spiegazione. Si era portato le sue adorate penne per i momenti di stanchezza, ma era affascinato anche dagli affreschi alle pareti e si è divertito molto.
Con lui, sin dall'anno scorso, facciamo giochi didattici per relazionarci e per capirlo meglio come ad esempio i puzzle, oppure inserire figure geometriche in una scatola colorata, o ancora giochiamo col pallone in palestra o durante la ricreazione. A volte, visto che siamo una classe ad indirizzo musicale, suoniamo dei piccoli brani insieme a lui che suona lo xilofono. Ogni giorno, secondo un calendario, facciamo delle attività con lui, alcune in classe ed altre in una bella aula vicino alla sua classe dove ha uno spazio più ampio e adatto ai giochi didattici.
I professori hanno avuto una bella idea a farci giocare con lui così adesso credo che tutti noi lo capiamo meglio e siamo una vera classe.
Avere un compagno con autismo secondo noi è una cosa che ci potrà aiutare anche durante tutto il resto della nostra vita, per saper capire chi ci sta attorno e saperci convivere. Omar può essere paragonato ad un grande insegnamento di vita che ci porta a saper accettare anche chi non è come noi. Un primo passo può essere sicuramente passare del tempo con questa persona per farla sentire più accolta e accettata. Farla partecipare di più alle attività di gruppo e alle uscite didattiche, per quanto riguarda la scuola. Mentre durante la vita di tutti i giorni si può ad esempio andare a trovare spesso questo compagno per giocare con lui e farlo sorridere.
Una cosa che ci è rimasta impressa e che ci è piaciuta tanto è stata quella di essere andati a trovarlo la sera di Halloween dell'anno scorso. Sembrava molto contento della nostra visita e ci diede anche qualche dolcetto. Omar è la prima persona autistica che conosciamo e non avremmo mai pensato quante attività potesse fare un ragazzo autistico.
Per riuscire ad aiutare questo genere di persone secondo noi è necessario informarsi più approfonditamente su questo disturbo, per conoscerlo meglio e comprendere come agire in maniera efficace, per migliorare la vita di questi soggetti, rompendo il muro del silenzio e tessendo fili di amicizia e amore. Apparentemente sembra che loro non ti guardino e non ti considerino, visto che evitano lo sguardo e il contatto, ma in realtà vista la loro enorme sensibilità ti stanno ascoltando profondamente.
Omar ci ha offerto una bellissima opportunità, quella di saperci mettere al servizio dei bisognosi e di persone come lui che, anche se non sono proprio come tutti gli altri, hanno pur sempre il diritto di essere felici e di far parte di un gruppo.
Avere in classe un compagno autistico è veramente una grandissima occasione per apprendere la diversità e allo stesso tempo l’uguaglianza che c’è tra ogni persona.
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